Qualche giorno fa ci è capitato un incontro surreale, di quelli che capitano in quei film di Woody Allen che piacciono molto al nostro comunicatore, Andrea.

In Midnght In Paris il protagonista Gil, allontanatosi per una meditativa passeggiata notturna, arriva davanti la Chiesa di St Etienne du Mont dove una carrozza lo conduce magicamente  nella Parigi degli anni ’20. Qui, per una notte, incontra gli scrittori e gli artisti che a quell’epoca soggiornavano a Parigi: lo scrittore Francis Scott Fitzgerald con la moglie Zelda, il compositore Cole Porter che prova la sua Let’s Do It al pianoforte, Ernest Hemingway che gli offre lezioni di scrittura e di vita, Gertrude Stein che si presta a leggere il suo romanzo dando saggi consigli; incontra poi Salvador Dalí, Luis Buñuel, Pablo Picasso, Man Ray e molti altri.

midnight in paris St Etienne du Mont

Una scena del film Midnight In Paris.

 

Così noi, saliti sulla nostra carrozza a benzina verde, siamo approdati alle 15:30 di un lunedì di Marzo a Codigoro per incontrare la nostra versione emiliana di Gertrude Stein. Arrivati a Codigoro, in una via che ricorda quei viali inglesi con le villette a schiera, si è alzato un vento gelido e nubi minacciose: ricordava un po’ la scena iniziale di Mary Poppins, dove al soffio del “vento dell’est” tutte le governanti in fila davanti a casa Benks sparirono e così, davanti casa Beccari…siamo rimasti solo noi.

 

Una scena del Film Disney "Mary Poppins"

Una scena del Film Disney “Mary Poppins”.

 

Gian Luca ci accoglie nel suo studio che è anche una casa, e viceversa, e rompe il ghiaccio offrendoci una tazza di tè cinese, di Nanchino, per la precisione. Il tè suonava come una quelle palline che si danno ai gatti per farli giocare: dentro ad una capsula che sembrava per il caffè c’era infatti una pallina di foglie di tè cinese, con un sonaglio all’interno. Non abbiamo capito se ci siamo o meno bevuti anche il sonaglio, ma il tè era veramente molto buono.

La casa di Gian Luca è un insieme istrionico di pezzi, tenuti insieme da una specie di materia oscura e fluida che sembra tagliare l’aria. Ci sono lampadari rossi. Un quadro della Gioconda con la cornice d’oro. Un separè che sembra quello che si usa nella case orientali ma sopratutto si respira un grande senso di creatività che pervade ogni cosa.

Noi ascoltiamo e Gian Luca esordisce il suo racconto facendoci vedere una scena di un film che non vedevo da tempo tratta da “Pulp Fiction”.

 

Poi prende in mano un orologio e i ci dice: “noi credere totem potere avere vita, all’inizio non avevo colto il significato di questa citazione, ma poi si”.  Inizia così il nostro viaggio nella mente di Gian Luca, partendo dall’orologio ci spiega dell’importanza di raccontare storie e di come qualsiasi Museo ha un potenziale immenso di”totem” a cui “potere dare vita”.

Mentre mandiamo giù il tè di Nanchino, Gian Luca snocciola nomi e collaborazioni, con l’umiltà di chi ha tutto ancora da imparare e da vedere, nonostante la carriera straordinaria alle spalle: ci parla di Studio Azzurro dove ha lavorato con Fabio Cirifino (Fotografia), Paolo Rosa (arte visiva e cinema) e Leonardo Sangiorgi (grafica) a Milano. Ci Parla di Maurizio Finotto, regista, scrittore e autore di fama nazionale, di Bill Viola artista statunitense, tra i più apprezzati artisti nell’ambito della videoarte mondiale.

Ci racconta della sua esperienza con la comunicazione transmediale, del rapporto che la comunicazione di massa ha intrattenuto negli ultimi vent’anni con le tecnologie e di come il progressivo passaggio al digitale apra tutta una serie di interrogativi e di questioni estremamente attuali come il copyright della video-arte, l’obsolescenza dei supporti e l’importanza di preservare l’arte digitale per renderla fruibile anche a chi verrà dopo di noi.

Alle 18:00 ormai il tè era finito, e abbiamo lanciato anche noi qualche suggestione a Gian Luca: Meeple utilizza un insieme variegato di tecnologie dai QR Code, ai Beacon, agli Nfc, alla realtà aumentata per aiutare i musei a dare vita ai loro totem. Ma soprattutto Meeple ha una cosa in comune con Gian Luca, crede nel potere mitopoietico delle storie e del gioco, nella  tecnologia che si mette al servizio della cultura.

Con Gian Luca ci siamo ripromessi di bere altro tè, la storia quindi, non finisce  qui.