le maddalene 

 

Struttura della Chiesa

Davanti alla chiesa c’era un cimitero con in mezzo un selciato di pietra viva di Monselice che conduceva all’entrata. La chiesa tipica del cinquecento ha un’organizzazione planimetrica ad unica navata. La luce vi entra per quattro grandi finestre a semi luna poste in alto. Esaminando la facciata vi è una porta d’ingresso, nel mezzo, quadrangolare e notiamo un doppio ordine di pilastri e cornici, con 4 lesene ioniche di modulo gigante e con una trabeazione aggettante che presenta fregio pulvinato. La superficie muraria era originariamente intonacata di colore avorio. Le basi e i capitelli delle Lesene ed il portale sono in pietra di Costozza.

LA STORIA

L’attuale teatro delle Maddalene

Sull’area della vecchia Chiesa, che era stata consacrata nel 1463 fu costruita l’attuale Chiesa: il giorno 13 aprile 1649 ne fu iniziata la costruzione.All’inizio del’600 infatti, l’aumento della popolazione aveva indotto i frati a volere ampliare la loro chiesa. Durante la costruzione, i mastri, probabilmente, si rifecero ai manuali del Palladio o dello Scamozzi.. I materiali usati sono stati: l’uso della locale trachite euganea (estratta nelle cave di Lispida), l’adozione del marmo rosso di Verona (in uso nel trecento e quattrocento) e poi la tenera e dorata pietra di Nanto per elementi portanti di piccole dimensioni. La bianca Pietra d’Istria proveniente dalle cave di Parenzo e Rovigno  fu in uso a partire dal 1450. Le cave di Costozza e S. Gottardo nel vicentino fornirono la Pietra di Vicenza più lavorabile ed economica di quella d’Istria.L’ignoto autore, la realizzò tra la fine del 600 e l’inizio del 700 e potrebbe essersi ispirato alla chiesa di S. Gaetano di via Altinate. Sembrano, inoltre, molto pertinenti i confronti con la piccola facciata della vicentina chiesa di S. Maria della Maddalena (fig. 112) sempre appartenente all’ordine girolamino e con la chiesa padovana dedicata ai SS. Fermo e Rustico, che, viceversa potrebbe essersi ispirata, alla chiesa delle Maddalene.Il campanile fu completato prima del convento  già nel 14/12/1649; la chiesa di S. Anzolo nei pressi della girolimina S. Sebastiano, a Venezia, ha un campanile simile.Nell’ottobre 1727 i lavori della chiesa possono dirsi conclusi. Nel 1749, un secolo esatto dall’inizio dei lavori, fu lastricato il sagrato. Le pietre per il selciato furono estratte nelle cave di Lispida, scelte personalmente dal padre priore, Giovanni Battista Cromel. Con queste ultime operazioni la fabbrica della chiesa si concluse appena in tempo prima che col 1772 in seguito alla soppressione voluta dal regime francese, i frati Girolimini fossero costretti ad abbandonare la sede padovana e a trasferirsi a Lispida. La chiesa fu giudicata dal Salomonio, nelle sue Inscriptiones patavine della fine del ’600 Speciosum templum (bellissima chiesa), e tutti i giudizi, successivi, ne celebrarono l’eleganza architettonica ( J.B.Sajanello) e l’eccellenza delle pitture e la preziosità degli arredi (Descrizione del 1765).

lA CHIESA

L’Interno

La navata unica è con presbiterio ottagonale introdotto dall’arco trionfale a tutto sesto. Il pavimento era  lastricato con quadri di pietra cotta bianchi e rossi e nella chiesa vi erano disposti tre eleganti Confessionali di legno di noce alla destra, e tre alla sinistra. L’interno è illuminato da due mezze lune per parte, le mura hanno dei pilastri, e in mezzo di essi ci sono cinque nicchie per parte dove vi erano le statue in tavola di legno dei dieci Apostoli e sopra di essi, su tele quadrate, si vedevano infisse nel muro le immagini di alcuni Beati dell’Ordine dei Gerolimini coi nomi corrispondenti. Le pareti della navata sono scandite da coppie di lesene corinzie con capitelli a foglie d’ulivo in modo da realizzare due campi maggiori intervallati da 3 minori. Nei primi si inseriscono archi a tutto sesto dove dovevano essere collocati i 4 altari. 

I quattro altari, costruiti in pietra di Costozza, con tre scalini ognuno, avevano Mensa e Tabernacolo intarsiati di marmo con due colonne intere e due mezze pure di marmo nero venato. La Cappella maggiore, a forma ottagonale, era  in fondo alla Chiesa, sollevata tre gradini dal pavimento, chiusa sul davanti da balaustrate di pietra pure di Costozza; in alto, nelle pareti laterali, stavano due cantorìe quella a destra con l’organo, quella a sinistra con una cassa di della stessa altezza illuminate da due finestre a mezza luna. In mezzo c’era l’altare del Sacramento eretto nell’anno 1683, appoggiato dapprima al muro, poi, nel sec. XVIII, portato nel centro della Cappella. L’Altare era composto di cinque gradini in marmo venato. lo completavano due grandi statue rappresentanti il Beato da Pisa, da un lato, e da San Girolamo dall’altro, A seguire fu collocato un Crocifisso di legno e furono inseriti i sedili con spalliere di noce che formavano il coro. Nel 1922 fu concesso all’ordine Fate-bene-fratelli di spogliarla, di ogni oggetto sacro perfino del pavimento, fu poi lasciata in completo abbandono e poi nel tempo destinata ad altri usi.